La scuola sognata da genitori e studenti- noi ce l’abbiamo!

Sono un’insegnante di scuola primaria che ama il suo mestiere e che sa che per farlo bene deve rimanere costantemente aggiornata. Così anche questa estate mi sono letta tutto quello che ho trovato in ambito scolastico per mezzo degli articoli di giornale o, in modo più approfondito, sui libri.

Una cosa però mi ha annoiata a morte: sentir parlare per l’ennesima volta degli ennesimi problemi della scuola. Ovvero:

• Quanto l’istituzione scolastica sia diventata burocratizzata in ogni suo aspetto facendo perdere agli insegnanti ore importanti di lavoro didattico per gli studenti.
• Quanto gli allievi sono stanchi perché oltre a fare didattica mattina e  omeriggio, hanno anche i compiti: ma le  euroscienze non hanno spiegato più volte che il  bambino dopo aver avuto la testa impegnata per tutta la mattina, nelle ore pomeridiane non ha più la stessa concentrazione?
• Una scuola che è sempre più schiava del registro elettronico per ogni singola, minima e infinitesima questione didattica e/o amministrativa. Ma non è molto più utile una conversazione diretta con la famiglia?
• Le materie che diventano sempre di più una questione di ragioneria, calcolo e memoria, anziché uno stimolo alla curiosità e all’apprendimento.
• Zaini troppo pesanti carichi di decine di quaderni che finiscono poi per essere portati dai genitori anziché dare autonomia allo studente.
• E poi polemiche su una scuola vecchia e passiva, incentrata sulla didattica frontale e priva di elementi di vita che attraggono l’interesse degli studenti.
• Vogliamo parlare dello stress creato dai voti? Dove insegnanti, genitori e alunni sono tutti in una competizione infinita —anziché fare della scuola un luogo di cooperazione, un luogo di apprendimento sereno—, e che poi sfocia nel disagio e nella delusione di studenti e famiglie?
• E poi ancora, le polemiche sulla  mancanza dei temi per imparare a scrivere (ricordiamoci qualche anno fa anche quei 600 professori firmatari della protesta fatta alla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli), polemiche giustissime se si considera il fatto che il tema è anche il primo fattore di conoscenza dei nostri studenti, non farli fare significa non interessarci a loro.
• Quest’anno curiosamente ho letto una polemica anche sulla questione dello scarso studio della geografia. Avevamo sentito tanto parlare di storia e di come fosse trascurata ma a quanto pare anche la geografia ha le sue grandi mancanze: pare che un laureato non sia riuscito a indicare le regioni che si attraversano per andare da Trieste a Trapani…
• Polemiche per scuole pollaio che non danno ovviamente il giusto spazio a tutti gli studenti in una visione di equità con la dovuta attenzione per ogni singolo  alunno; in assenza di questo si ricorre sempre più spesso alla richiesta di certificazione affinché il docente possa deresponsabilizzarsi del suo operato.

Detto ciò posso anticiparvi orgogliosamente di far parte di una scuola che non ha nulla di quanto è stato elencato. Innanzitutto noi docenti non siamo sovrastati dalla burocrazia e le nostre ore di insegnamento sono effettive e piene di contenuti didattici e umani.

Nella nostra scuola si fa lezione solo di mattina, ovvero quando la capacità cognitiva del bambino é nel massimo della sua potenzialità, mentre nelle ore pomeridiane si fanno attività di recupero e/o di materie quali il disegno e la musica; si fanno, se ci sono, i “compiti” entro le 16:30, che tanto stravolgono le famiglie e gli studenti a casa. Siamo coscienti del fatto che, i nostri bambini, il sabato e la domenica devono vivere la vita con i genitori non certo passando ore sui compiti di scuola.

La pedagogia che noi applichiamo, confermata e sostenuta dalle neuroscienze, insegna che il bambino ha bisogno di spezzare le ore di studio e favorire il movimento e il dialogo con la famiglia: 8 ore di scuola (di cui 5 effettive la mattina) sono più che sufficienti per la scuola primaria. Noi insegnati dell’Istituto San Benedetto di Pomezia, conosciamo la pedagogia più all’avanguardia e la mettiamo in pratica.
Siamo una scuola in cui la comunicazione con la famiglia è una costante che esula dall’utilizzo passivo, freddo e continuativo del registro elettronico.

Siamo un gruppo di docenti ai quali piace la partecipazione dello studente, perché siamo consapevoli che l’alunno attivo mentalmente è uno studente che partecipa in quanto interessato a ciò che che gli è stato proposto, non per una richiesta passiva di saperi ripetuti a pappagallo che si dimenticano facilmente.

La nostra scuola, condividendo le ricerche più avanzate del settore pedagogico/didattico/ scientifico, mette in pratica attività che si fanno già da anni solo in alcune scuole statali italiane all’avanguardia, proponendo l’abolizione dei voti affinché non ci sia più competizione tra gli studenti e tra le famiglie che causano ansia e stress fino al punto che gli studi fatti dalla dottoressa Daniela Lucangeli scienziata dell’Università di Padova, riportano che la scuola italiana è quella che crea più stress e malessere agli studenti.

Per quanto riguarda le polemiche legate alla didattica: i nostri bambini lavorano moltissimo sulla composizione di parole e frasi nella prima e seconda classe, sulla stesura di temi dalla terza alla quinta, perché la scuola dà moltissima importanza al laboratorio di scrittura, che ci permette di contro, anche un’approfondita conoscenza dei nostri bambini, motivo questo che dà serenità agli studenti e alle famiglie. Inoltre portiamo avanti anche un laboratorio di calligrafia, perché non ci piace trovare la scusa della “disgrafia”.

Noi vogliamo dare ai nostri studenti una preparazione concreta nella lingua scritta che deve necessariamente partire con le basi della scuola primaria. Ci crediamo e lo realizziamo.

La geografia in un mondo globalizzato dove i bambini sono i primi a viaggiare è un punto cardine dei nostri studi che utilizziamo anche per l’approfondimento delle materie quali la storia, la scienza naturalistica e tutto ciò che necessita della consapevolezza di poter vedere dove si sono svolti i fatti o a quale luogo appartengono certi animali, certi alimenti eccetera.

Ultimo, ma non per importanza, quello delle scuole cosiddette pollaio. Nella nostra sarebbe impossibile averne, perché il nostro obiettivo è il benessere dello studente.

L’insegnante ripone in ogni singolo alunno particolari attenzioni che non potrebbero essere dedicate con classi superiori ai 15 bambini. La scelta consapevole della classe piccola ci permette di seguire le caratteristiche individuali di ogni studente enfatizzandone le peculiarità e rinforzando lì dove sono più deboli, tutto questo nella consapevolezza che a scuola, nella nostra scuola, è d’obbligo l’equità. Noi ci crediamo e lo facciamo.
Questa è la mia scuola, l’ho scelta dopo anni di pellegrinaggi in varie realtà istruttive tutte uguali, incapaci di vedere le peculiarità dei bambini, omologandoli in un sistema impositivo piatto e depersonalizzato.

Questa è la mia scuola, dove le docenti si confrontano e cooperano prive di burocratizzazione e con la possibilità di creare interventi didattici specifici con i bambini e con le uscite frequenti sul territorio, perché si impara di più se si fa con l’esperienza diretta.

Questa è la mia scuola, che sa guardare e ascoltare tutti: i bambini, i genitori e gli insegnanti.

Maestra Tiziana Cristofari